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beee-llo!… il prato-pascolo-diossin-bio-logico!Eccolo il “Prato-pascolo biosolare fotovoltaico”, nella sua prepotente intrusione nel paesaggio agricolo e vallivo di S.Alberto (Ravenna). (Foto aerea del 27 nov. 2010, ore 11,30) Il grande business della vendita di energia ha consumato 71 ettari di terreno fertile (100 campi di calcio), 81 milioni di euro spesi; in barba a che si batte, associazioni, comuni virtuosi, istituzioni a tutela dell’ambiente, contro il “consumo di territorio”. ” Sarà il più grande parco solare d’Italia; e a installazioni come questa diciamo un sì convintamente” ha detto il sindaco di Ravenna Matteucci. Presentazione ufficiale: (…) “sotto i pannelli … sviluppare un allevamento ovino con 1000-1400 capi in grado di dare circa 180mila litri di latte; il prodotto verrà trasformato all’interno del caseificio realizzato in uno degli edifici presenti nell’area: si parla di latticini di pregio, classificati nell’alta gamma di qualità biologica. Dal punto di vista agronomico, dopo venti anni di utilizzo del terreno come ‘prato pascolo’, si otterrà una completa bonifica da pesticidi e fitofarmaci. Da aggiungere che la società , TER, si impegna a versare una quota dell’1,50 per cento del fatturato annuo al Comune di Ravenna sotto forma di misura compensativa ambientale.” Ma la zona non è in linea diretta alla ricaduta dei fumi dei quattro inceneritori Hera e industriali? Pecorino alla diossina ad alta qualità biologica??? ; e a compensazione di che cosa? … allora c’è il riconoscimento di un danno ambientale?!
Coloro che rappresentano gli interessi dell’agricoltura e i nostri produttori locali, dovrebbero alzare la voce per riaffermare la sovranità alimentare della produzione agricola e che le fonti rinnovabili di energia sono una ricchezza se non comportano la perdita di terreni fertili. Così Coldiretti prova a mitigare: “…nella realizzazione di nuovi impianti bisognerebbe ad esempio, partire dalla sostituzione con i pannelli fotovoltaici delle coperture in amianto, nelle cave e nelle discariche dismesse, privilegiando gli impianti integrati a livello paesaggistico, riducendo al minimo la perdita di terreni agricoli”. Noi pensiamo che un settore agricolo forte debba essere costituito da tanti coltivatori in grado di produrre eccellenze alimentari e creare posti di lavoro nei campi e nell’indotto. Troviamo assurdo che sia concesso alla speculazione affaristica l’accesso ai contributi statali a spese di tutti anzichè pensare a risolvere i problemi urgenti dell’agro-alimentare. Siamo assolutamente favorevoli alle fonti di energia rinnovabile e al fotovolataico ma questo nell’ottica della realizzazione di tanti piccoli impianti per produrre l’energia necessaria ai fabbisogni aziendali e delle singole famiglie. E, come previsto dalle norme del PTCP (piano territoriale coordinamento provinciale) “.. impianti da realizzare sfruttando le aree di pertinenza degli immobili, le superfici di copertura degli edifici, le pensiline e qualsiasi manufatto idoneo al sostegno”. Anche queste già disattese. Gli esempi di una dilagante corsa all’ “affare energia” si moltiplicano; basta girare per le nostre campagne:
LORSIGNORI fanno tutto quello che vogliono e che conviene a loro e ai loro amici. Questa non è più democrazia; tutto è deciso sopra le nostre teste. Svegliamoci! e mandiamoli a casa! Non a caso le potenze economiche emergenti (Cina, India, Corea,), stanno acquistando sempre maggiormente suolo fertile in Africa, o nazioni come gli Emirati Arabi che si apprestano a varare la più importante operazione finanziaria di trading delle materie prime (Abu Dhabi Sources), per garantirsi la sicurezza alimentare. In futuro la vera ricchezza sarà un campo di grano, un orto, una serra. Possibilmente vicino a casa. Contattaci: 6 comments to beee-llo!… il prato-pascolo-diossin-bio-logico!Leave a Reply |
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Quando la popolazione mondiale in continuo aumento vedrà le risorse insufficienti per la sopravvivenza di tutti, propongo di mettere nel piatto di questi ciechi imprenditori il frutto della loro terra. Pannelli fotovoltaici il cibo del domani. Provare per credere o impensabile per persone intelligenti?
A parte l’assurdità di credere che un solo filo d’erba possa crescere sotto l’ombra fittissima dei pannelli (pensati proprio per catturare TUTTA la radiazione solare nell’area), notate quanto assomigli dall’alto (e ancor più di notte) ad un bacino idrico e notate quanto sia vicino alle Valli di Comacchio (sito RAMSAR).
Non voglio pensare a quanti uccelli acquatici in migrazione si schianteranno sui pannelli di notte pensando di atterrare su un tranquillo e sicuro laghetto palustre.
Posso dire “convintamente” (ma il nostro Sindaco è andato a scuola dall’On. Cettola Qualunque?) che non è questa la sostenibilità di cui si parlava a Rio de Janeiro nel 1992. Questo è business per pochi con perdita di beni per molti, e il peggio è che cercano di far passare i nuovi elementi del paesaggio (eolico industriale, canalizzazioni idroelettriche, fotovoltaico a perdita d’occhio) addirittura più belli del paesaggio naturalistico/rurale originario.
Lo sviluppo sostenibile, ahimé, voleva consumare meno e meglio e non inventarsi forme diverse di consumo delle risorse e produzione di rifiuti, perché di fatto di questo si tratta.
Tra vent’anni quei pannelli non sapremo dove buttarli, quel suolo sarà morto, quell’energia avrà fatto guadagnare pochi e sarà costata a molti. E le pecore non ci saranno mai state o saranno morte di fame tentando di mordere i montanti di acciaio che sostengono i pannelli.
Il Business del fotovoltaico deve esclusivamente avvenire sui tetti delle case e per il normale consumo elettrico di 3 o 6 Kwatt . Il danno al territorio agricolo è gravissimo.
Giorgio Quarantotto
Fotovoltaico Dov’è finita la campagna?
Fino a poco tempo fà si soleva dire: oggi andiamo a fare un giro in campagna. Ma quale campagna? Ora stiamo assistendo alla pannellizzazione selvaggia della terra, fra un po’ gli
chef cosa dovranno inventarsi â€i spaghetti al pannello†e non piu’ alla carbonara??!!
Non è possibile vedere campi fertili ora coltivati a pannelli fotovoltaico è sicuramente buono
ricercare fonti di energia non inquinabile ma con i km quadrati di tetti che abbiamo, perchè sfruttiamo al contrario terreno buono?
Cari contadini, sarà vero che ora vi promettono denari per impiantare queste cose ma poi fra un po’ di anni quando chiuderanno i finanziamenti vi voglio vedere poi venire a piangere perché vi ritrovate ettari di ferro e inerti da smaltire per trasformare ancora il vostro terreno
fertile. Cari contadini hanno sempre detto “contadino: scarpe grosse, cervello fino†ma ora ho il dubbio che la rincorsa al denaro vi abbia un po’ offuscato la mente. Luciano Fosci – Ravenna
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