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lettera aperta degli ANIMALI
Noi ANIMALI predestinati al parco “Le Dune del Delta” abbiamo il piacere di inoltrare alle “umane” autorità competenti le nostre “osservazioni”. Premessa l’appartenenza anche di voi antropomorfi, al Regno Animale, quello che vogliamo contestare è il vostro presunto diritto di considerare la nostra diversità come un’inferiorità , con conseguente sfruttamento ai vostri fini, delle nostre vite. Noi non siamo quel genere di animali che dalla notte dei tempi avete addomesticato e convivono con voi, nelle vostre case. Noi siamo animali selvatici, i nostri fratelli e sorelle vivono liberi ! Voi, Signori Uomini, ci avete strappato dai nostri ambienti naturali, dalla savana, dalle foreste tropicali, dai ghiacci polari; ci avete ridotto in schiavitù, deportato nella “vostra civiltà ”. Ci torturate con la scusa di ammaestrarci, per farvi divertire; ci uccidete quand’è finito il vero scopo, cioè la vostra avidità di profitto. E li chiamate “circhi”. Saremo trasportati con camion o treni, vere e proprie ” tradotte” (non l’avete già fatto con vostri simili ritenuti inferiori?), nel sito detto Standiana e lì saremo “concentrati in recinti” ( e questo non vi ricorda niente?). Certo, si chiamerà “le Dune del Delta”; ma qualcuno non aveva già sostenuto che i deportati al confino erano in luoghi di villeggiatura?… Con l’aiuto di etologi interessati e ormai bolsi e di amministratori senza scrupoli ci volete imprigionare in un habitat ostile, tra i miasmi delle auto sull’Adriatica (è proprio lì, a fianco!) e le nebbie padane, vantando possibilità didattiche per i giovani e le scolaresche. In questo caso la vostra imbecillità va oltre gli interessi economici di qualche categoria di albergatori e commercianti… Se vi interessasse veramente insegnare etologia o zoologia ai giovani basterebbe un’ora di scuola e un cd della National Geographic, piuttosto che esibirci in squallide, orribili messe-in-scena! Lasciateci dove siamo. Se dovessimo venire lì, il nostro posto verrà preso da nuovi deportati, da nuovi schiavi catturati o strappati dalla loro terra. Per i nati in cattività , alcune vostre comunità si offrono, in tutto il mondo, per un naturale reinserimento nei luoghi d’origine. Spezziamo la catena che ci rende e vi rende schiavi. Confidando nell’ “apertura mentale”di alcuni di voi e rivendicando il nostro diritto alla selvaticità , a nome degli “animali schiavi non ancora liberati”, il Gorilla Spartaco. Siamo tutti ANIMALI! Sottoscrivi anche tu le “osservazioni” del gorilla Spartaco inviando una mail a: (clicca) ravennaviva@fotoaeree.com , con scritto : aderisco e il tuo nome e cognome. La “lettera aperta degli ANIMALI” e le firme saranno inviate all’Ammistrazione Provinciale. Tutte le 20 osservazioni presentate da Ravenna Viva: leggi ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
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Non sono un animalista, ma spero non ci sia uno zoo a Ravenna. Mi pare che tenere prigionieri dei poveri animali sia una cosa ormai fuori tempo; come la caccia del resto. Potrebbe essere interessante obbligare gli z00 ad inserire sul biglietto d’ingresso una frase del tipo: …. Stiamo tenendo prigionieri degli animali. Stanno soffrendo e ce ne scusiamo …..
Una cosa del genere insomma, sul tipo delle scritte sui pacchetti delle sigarette.
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