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Quelli del Bar Mosaico…Eccezionale festa di incontri l’altra sera a Villanova al circolo Arci. Ci siamo ritrovati dopo più di trent’anni: quelli del bar Mosaico, un’esperienza di vita legata alla nostra città nel clima del ’68 e oltre..Film 1, film 2, film 3, film 4. A raccontare la bella storia del bar Mosaico è Romano, il proprietario e amico, sempre rimpianto; nel documento curato da Nino Carnoli e edito da Danilo Montanari con bellissime foto di quei giorni.“Quelli del Bar Mosaico” lo trovate da Feltrinelli a Ravenna (10 euro). ^^^^^^^^^^^^^^^ ALTRE NOTIZIEURGENTE da “gli zoo bastardi” Abbiamo appreso dai quotidiani locali alcune notizie circa la volontà Circa una settimana fa a Ravenna è sfilato un corteo contrario a questo Per ribattere a tutto ciò parlano di sviluppo economico, di turismo, di LUNEDI’ 17 MARZO ci troveremo in piazza del popolo a Ravenna, alle ore 20.30, per proiettare una serie di filmati sulla realtà di queste strutture.Contemporaneamente i politici di Ravenna siederanno in consiglio comunale, sindaco compreso. Mostreremo a tutti loro quanto sia squallido e crudele parlare di interessi economici, quando questi derivano dalla sofferenza e dal dolore.PARTECIPATE ! Vi invitiamo anche a protestare contro queste associazioni e cooperative CAMPAGNA CONTRO LA COSTRUZIONE DELLO ZOO DI RAVENNA 1 comment to Quelli del Bar Mosaico…Leave a Reply Cancel reply |
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QUELLI DEL BAR MOSAICO
In tanti mi chiedono cosa sono andata a fare a quella festa “di vecchiâ€. D’istinto mi viene rabbia, mi fa tanta tristezza pensare alle persone prigioniere di un recinto anagrafico. Poi però ascolto e cerco di capire da dove viene quella domanda. Leggo, nel bel libro curato da Nino Carnoli e edito da Danilo Montanari, che Romano Scarponi ha gestito il Bar Mosaico dal 66 all’88. Non ero ancora nata, nel 66, e nell’88 ero un adolescente che cominciava allora a girare da sola in bicicletta per la città , sperando di ritrovare poi la strada di casa, ma che già sapeva molto bene il pericolo dell’AIDS. Dunque cosa ci facevo a quella festa non è una domanda del tutto peregrina.
La storia del Bar Mosaico esercita su di me un fascino particolare tanto da pensare, talvolta, che sarebbe stato meglio avere 20 anni nel’66 piuttosto che negli anni 90, anche se adesso ne avrei 60. Per noi, precari del lavoro e della vita, ricattabili per un reddito che non garantisce l’esistenza, chiusi nella solitudine di un appartamento dalle pareti di cartongesso, normati e normate nei nostri desideri dalle malattie sessualmente trasmissibili, noi, la storia del Bar Mosaico non possiamo, forse, neanche immaginarla.
Nino Carnoli fa dire a Romani Scarponi: ecco perché erano così belli, così sicuri: perché nuovi e perché liberi. Assolutamente liberi da tutte le convenzioni che c’erano state prima e che negli altri bar del centro sopravvivevano ancora.
E’ questo che, letteralmente, invidio: quella condizione dell’essere assolutamente liberi.
Non sentirsi liberi, essere liberi.
Noi siamo orfani e orfane di questa dimensione. Per quanto il mondo sia cambiato per tutti, Quelli del Bar Mosaico, a me pare, hanno continuato a coltivare quella libertà che hanno conosciuto.
Ecco perché ero a quella festa, una festa di persone libere con le quali mi capisco e con cui ho voglia di stare.
Barbara Domenichini